Ci siamo quasi, è arrivata l’ufficialità: la XXXII edizione dei Giochi Olimpici prevista a Tokyo per il 2020 avranno finalmente inizio il 23 Luglio 2021! La spedizione italiana parteciperà con un numero di atleti superiore a trecento, cifra da record per quanto riguarda, tra l’altro, la qualificazione ai Giochi sia per le gare individuali che per quelle a squadre. Una spinta emotiva fondamentale di cui lo sport se ne fa carico in uno dei momenti più difficili del nostro pianeta nell’ultimo secolo; la pandemia legata alla diffusione del SARS – COV2 o più comunamente COVID – 19 ha, di fatto, ibernato il mondo sportivo mettendo a dura prova le condizioni psico fisiche non solo degli atleti olimpionici (atleti che programmano nei minimi particolari quattro anni di attività sportiva per un giorno di gara!) ma anche di quelli non professionisti (che dello sport ne fanno un dogma di benessere fisico e mentale).
La domanda che mi viene posta più frequentemente, in qualità di Medico responsabile della Nazionale Italiana di Scherma alle imminenti Olimpiadi di Tokyo, è se effettivamente si possa parlare di una difficoltà di ripresa dell’allenamento da parte degli atleti e quanto la pandemia possa eventualmente condizionarne la performance sportiva; inoltre si può considerare il dato oggettivo che in fondo tutti gli atleti che fanno sport possano avere simili problematiche, sia durante una competizione olimpica piuttosto che in un circolo sportivo.